La “… povera gregge di casupole che il campanile governa, ricordata da Fogazzaro nel suo romanzo IL SANTO, è Jenne, paese montano, posto su antiche strade di transumanza, sede del Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini. La fondazione di Jenne è sepolta tra la caligine dei secoli.
Il nome di Jenne, detto anche Gehenna, si fa risalire, da alcuni, al termine " inferno ", che ancora oggi rimanda alle belle grotte dell' inferniglio.
La prima citazione storica della località si trova in una pergamena di Papa S. Leone IX che conferisce all' Abbazia di Subiaco il " fundus Gehenna " con i suoi monti, colli e luoghi agresti.
Una lapide marmorea fatta apporre, nel 1052 o 1053 dall' abate Umberto all' ingresso di Santa Scolastica a Subiaco, cita il nome della località tra i possedimenti dell' Abbazia con la denominazione di " castrum Jennarorum ".
Intorno al 1079, Ildemondo, della famiglia dei Conti, a capo di una schiera di normanni e longobardi, occupò Jenne, assediò il castello costringendo l' usurpatore ad arrendersi. Ildemondo vi rientrò e riprese nuovamente Jenne, eresse un castello a Monte Porlaro, una Torre e la Chiesa di Santa Maria.
Nel 1113 l' abate Giovanni concesse in feudo Jenne al suo congiunto Crescenzo, vescovo di Alatri, in seguito, un familiare di questi, lo diede agli " Nomines di Trevi ".
Nel 1116 una sentenza condannò i seniores trebenses a restituire Jenne all' Abbazia.
Il feudo fu dato nuovamente all' abate Simone, nel 1176 a Filippo di Marano, primo signore di Jenne, proavo di Rinaldo II, futuro Papa Alessandro IV.
Il grande Pontefice, nipote per via materna di Gregorio IX, aveva già diritti feudali sul castello di Jenne, e nella qualità di padre e figlio di Jenne, concesse nel settembre del 1260 grandi indulgenze a quanti visitavano la cappella di Santa Maria in Arce, dentro la Rocca.
Papa Alessandro IV morì, i beni della famiglia furono divisi fra Rinaldo III e Giovanni Gavignano: Jenne toccò a Rinaldo III. Nel 1300 i figli di Rinaldo cedettero Jenne al Cardinale Francesco Caetani, questo segnò la decadenza della famiglia dei Conti di Segni e l' inizio della Signoria di Pietro Conte di Caserta, nipote di Papa Caetani. Nel 1639 Papa Umberto VIII Barberini concesse "in perpetuo" la proprietà del paese all' Abbazia di Santa Scolastica.
Sotto il pontificato di Benedetto IX Lambertini il governo del luogo fu assunto direttamente dalla Sacra Congregazione del Buon Governo con sede a Roma.